Chimicamente parlando.
La combustione della polvere pirica (e in generale di un esplosivo tradizionale) non è diversa da una normale combustione, in cui un combustibile (agente riducente) e un comburente (agente ossidante) reagiscono chimicamente tra loro.
L’unica differenza rispetto alle normali combustioni consiste nel fatto che il comburente (l’ossigeno) non viene fornito dall’aria, bensì
da uno dei
componenti solidi della miscela stessa (nel caso della polvere pirica il
nitrato di potassio).
Ogni transizione elettronica determina l’emissione di un fotone di energia pari alla differenza di energia tra i due orbitali tra i quali la transizione è avvenuta.
Le colorazioni che si vedono negli spettacoli pirotecnici derivano dalle emissioni atomiche e molecolari delle sostanze che si formano aggiungendo specifici additivi alla polvere pirica.
Alla base di
qualsiasi manifestazione pirotecnica vi è la polvere da sparo, chiamata anche
polvere pirica o polvere nera. La polvere pirica è costituita dal 75% di
nitrato di potassio (salnitro), dal 15% di carbone in polvere e dal 10% di
polvere di zolfo.
La combustione della polvere pirica (e in generale di un esplosivo tradizionale) non è diversa da una normale combustione, in cui un combustibile (agente riducente) e un comburente (agente ossidante) reagiscono chimicamente tra loro.
L’unica differenza rispetto alle normali combustioni consiste nel fatto che il comburente (l’ossigeno) non viene fornito dall’aria, bensì
Durante la
reazione chimica il combustibile cede elettroni al comburente, formando legami
con l’ossigeno. I legami che caratterizzano i prodotti della reazione sono più
stabili di quelli che caratterizzano i reagenti.
Di conseguenza la reazione produce la liberazione di energia sotto forma di calore. In seguito all’ignizione (innesco) la reazione avviene molto rapidamente, analogamente allo sviluppo di energia.
Di conseguenza la reazione produce la liberazione di energia sotto forma di calore. In seguito all’ignizione (innesco) la reazione avviene molto rapidamente, analogamente allo sviluppo di energia.
Nei fuochi
artificiali la polvere pirica funge sia da propellente che da carica esplosiva.
Nella polvere pirica i combustibili sono costituiti dal carbone e dallo zolfo.
Oltre a questi in campo pirotecnico vengono anche utilizzati altri combustibili:
zucchero (per bombe fumogene), silicio e boro (utilizzati soprattutto per le
micce) ed elementi metallici, quali alluminio, magnesio e titanio.
Questi ultimi bruciano con l’ossigeno dell’aria raggiungendo elevate temperature ed emettendo una luce molto intensa e brillante (il magnesio veniva utilizzato a tale scopo anche in campo fotografico per realizzare il classico lampo).
Questi ultimi bruciano con l’ossigeno dell’aria raggiungendo elevate temperature ed emettendo una luce molto intensa e brillante (il magnesio veniva utilizzato a tale scopo anche in campo fotografico per realizzare il classico lampo).
Gli elementi
metallici vengono anche utilizzati per creare le suggestive emissioni di luce
che accompagnano le esplosioni pirotecniche. La luce che si vede in uno
spettacolo pirotecnico deriva essenzialmente da tre meccanismi: incandescenza,
emissione atomica ed emissione molecolare. Le particelle solide portate ad alta
temperatura dal calore liberato dall’esplosione emettono per incandescenza un
ampio spettro di radiazione. Tanto più è alta la temperatura, tanto minore è la
lunghezza d’onda delle radiazioni emesse.
Nel caso della combustione del magnesio, ad esempio, le particelle di ossido che si producono raggiungono i 3000 ° C e questa temperatura determina l’emissione di una luce bianca molto intensa. Analoghi lampi si possono ottenere con miscele di perclorato di potassio e alluminio.
Nel caso della combustione del magnesio, ad esempio, le particelle di ossido che si producono raggiungono i 3000 ° C e questa temperatura determina l’emissione di una luce bianca molto intensa. Analoghi lampi si possono ottenere con miscele di perclorato di potassio e alluminio.
Molti atomi
metallici, una volta eccitati fornendo loro energia, emettono radiazioni
elettromagnetiche che cadono nella regione del visibile, cioè con lunghezze
d’onda comprese tra 380 e 780 nanometri.
Ogni elemento ha un suo spettro di emissione proprio, caratterizzato da valori di lunghezza d’onda (e quindi colore) ben definiti. L’emissione di radiazione è dovuto alle transizioni elettroniche tra orbitali di maggiore energia (raggiunti dagli elettroni in seguito all’eccitazione) e orbitali di più bassa energia.
Ogni elemento ha un suo spettro di emissione proprio, caratterizzato da valori di lunghezza d’onda (e quindi colore) ben definiti. L’emissione di radiazione è dovuto alle transizioni elettroniche tra orbitali di maggiore energia (raggiunti dagli elettroni in seguito all’eccitazione) e orbitali di più bassa energia.
Ogni transizione elettronica determina l’emissione di un fotone di energia pari alla differenza di energia tra i due orbitali tra i quali la transizione è avvenuta.
Un
meccanismo analogo vale anche per le molecole le quali, una volta eccitate,
possono emettere radiazioni caratteristiche. Anche le molecole per essere
eccitate richiedono un aumento di temperatura, tuttavia se la temperatura è
troppo elevata si può determinare la decomposizione della molecola stessa. Di
conseguenza è importante fare in modo che la temperatura raggiunga valori
ottimali.
Le colorazioni che si vedono negli spettacoli pirotecnici derivano dalle emissioni atomiche e molecolari delle sostanze che si formano aggiungendo specifici additivi alla polvere pirica.
I materiali
utilizzati per la confezione dei fuochi d’artificio sono classificabili in sei
tipologie:
- avvolgenti
- combustibili
- comburenti
- coloranti
- agglutinanti
- isolanti
I principali
materiali avvolgenti sono: la carta tedesca e la carta per i passa
fuochi ( come cartoni e cartocci), il cotone , lo spago.
I materiali
agglutinanti servono a far presa. Tra i più importanti si annoverano: la
destrina, la gomma arabica.
I materiali
isolanti servono per isolare le varie componenti del botto(segatura)
Il colore di
una miscela pirotecnica si ottiene da un miscuglio di un materiale ossidante,
un materiale combustibile e da un materiale colorante.
I materiali
ossidanti sono dei composti chimici (Perclorati di potassio, Nitrato di
Bario,Nitrato di Potassio,Nitrato di Sodio)
Questi composti hanno un alto contenuto di ossigeno che viene fornito alla combustione.
Questi composti hanno un alto contenuto di ossigeno che viene fornito alla combustione.
I materiali
combustibili sono delle sostanze che bruciando producono gas,luce e calore
I materiali combustibili usati sono: Alluminio pirotecnico(polvere finissima) , gomma caroide(ottenuto da una corteccia di albero che cresce nel perù), Magnesio in polvere,Resine, Polivinilice (Vinnolit).
I materiali combustibili usati sono: Alluminio pirotecnico(polvere finissima) , gomma caroide(ottenuto da una corteccia di albero che cresce nel perù), Magnesio in polvere,Resine, Polivinilice (Vinnolit).
I
materiali comburenti sono sostanze che forniscono ossigeno nella
combustione, e quindi atti ad alimentare questo rapido processo di ossidazione.
L’accoppiamento del comburente con un combustibile produce, a seconda del
dosaggio e della granulometria dei componenti, la miscela.
-una
“combustione lenta”, in cui gas e calore si disperdono mano a mano che si
sviluppano;
-una “deflagrazione”, in cui la combustione si sviluppa in regime esplosivo, con avanzamento subsonico della reazione in seno alla carica.
-La “detonazione” è un fenomeno che interessa materiali esplodenti, detti “detonanti”, vietati in pirotecnica. La detonazione è un’esplosione caratterizzata da avanzamento supersonico della reazione in seno alla carica. Le detonazioni implicano fenomenologie meccaniche assai più distruttive delle deflagrazioni: i “detonanti” sono quindi utilizzati per spaccare, tagliare e forare, in cava (campo civile) o in guerra (ambito militare).
-una “deflagrazione”, in cui la combustione si sviluppa in regime esplosivo, con avanzamento subsonico della reazione in seno alla carica.
-La “detonazione” è un fenomeno che interessa materiali esplodenti, detti “detonanti”, vietati in pirotecnica. La detonazione è un’esplosione caratterizzata da avanzamento supersonico della reazione in seno alla carica. Le detonazioni implicano fenomenologie meccaniche assai più distruttive delle deflagrazioni: i “detonanti” sono quindi utilizzati per spaccare, tagliare e forare, in cava (campo civile) o in guerra (ambito militare).
I materiali
coloranti sono in genere costituiti da sali : Carbonati di
sodio,Potassio,Rame,Stronzio,i Carbonati e gli Ossidati di sodio e stronzio e
ossidi di rame.
Certi coloranti danno la colorazione alla fiamma( i carbonati e gli ossalati di stronzio danno il colore rosso,i carbonati di Bario danno il colore verde,i carbonati e gli ossalati di sodio danno il colore giallo,ossidi di Rame danno il colore blu)
Come già detto l’accensione di certi colori dopo essere stati imballati in cilindri(stelle) o pallette avviene tramite la polvere pirica che è un miscuglio intimo composto da 75% Nitrato di Potassio , 15 % Carbone Vegetale(si ottiene dal legno)10% zolfo.
Certi coloranti danno la colorazione alla fiamma( i carbonati e gli ossalati di stronzio danno il colore rosso,i carbonati di Bario danno il colore verde,i carbonati e gli ossalati di sodio danno il colore giallo,ossidi di Rame danno il colore blu)
Come già detto l’accensione di certi colori dopo essere stati imballati in cilindri(stelle) o pallette avviene tramite la polvere pirica che è un miscuglio intimo composto da 75% Nitrato di Potassio , 15 % Carbone Vegetale(si ottiene dal legno)10% zolfo.
Fonte:
Alessandro Spina
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